La biblioteca ambrosiana di milano rende accessibile la collezione di manoscritti arabi digitalizzati

La Biblioteca Ambrosiana di Milano digitalizza circa 250 manoscritti arabi, rendendoli accessibili online e promuovendo la conoscenza culturale e linguistica attraverso un progetto collaborativo con istituzioni locali.
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La Biblioteca Ambrosiana di Milano ha fatto un passo significativo verso la digitalizzazione e la condivisione della sua preziosa collezione di manoscritti arabi, rendendo disponibili online circa 250 testi che comprendono opere di grande valore storico e culturale. Questo progetto non solo rende più accessibili alla comunità accademica e al pubblico in generale importanti documenti, ma segna anche un avvio per un’iniziativa più ampia che si estenderà nel prossimo futuro.

Un patrimonio unico e inestimabile

La Biblioteca Ambrosiana custodisce un fondo di manoscritti arabi che costituisce una vera rarità. Tra le opere più significative vi è un Corano su pergamena, risalente all’VIII-IX secolo, caratterizzato da una scrittura sufica e magnifiche miniature in oro. Oltre a questa opera, la collezione include un manoscritto che raccoglie i quattro Vangeli, copiato nel monastero di Sant’Antonio nel 1280, basato sul testo originale tradotto da Abu l-Farag Hibatallah al-As’ad Ibn al-‘Assal con annotazioni in siriano, arabo e latino. Questi testi, insieme a oltre mille volumi di vario genere, sono ora accessibili al pubblico attraverso una piattaforma digitale che consente di interagire con il contenuto in modo semplice e diretto.

Questa iniziativa è importante non solo per preservare il patrimonio culturale della Biblioteca, ma anche per promuovere la conoscenza delle lingue e delle culture connesse. La digitalizzazione dei testi offre un’opportunità unica di studio e approfondimento su temi di grande rilevanza storica, religiosa e linguistica. La possibilità di accedere a tali volumi senza la necessità di recarsi fisicamente in biblioteca rappresenta un grande progresso nel campo della conservazione e divulgazione del sapere.

La biblioteca ambrosiana: un faro di cultura dal 1607

Fondata nel 1607 dal cardinale Federico Borromeo, la Biblioteca Ambrosiana è stata una delle prime biblioteche a offrire accesso libero ai suoi tesori. La sua missione è sempre stata quella di promuovere la cultura e il sapere, e il nuovo progetto di digitalizzazione rappresenta una continuazione di questo impegno. La creazione di una biblioteca digitale segna un’evoluzione significativa ed è il risultato di un investimento in nuove tecnologie e collaborazioni con diverse istituzioni.

La Biblioteca ha avviato la sua trasformazione digitale per garantire che il suo patrimonio non solo venga conservato, ma anche che sia facilmente accessibile a ricercatori e appassionati di tutto il mondo. Grazie a questa iniziativa, si prevede di ampliare la collezione digitale, permettendo l’accesso a un numero sempre maggiore di manoscritti arabi in formato digitale.

Collaborazioni e supporti istituzionali

Il lancio della collezione di testi arabi è avvenuto in collaborazione con la Regione Lombardia, un supporto che, come sottolineato dal prefetto della Biblioteca, monsignor Marco Maria Navoni, rappresenta il primo risultato tangibile di una cooperazione efficace. L’assessore alla Cultura della Regione, Francesca Caruso, ha dichiarato la disponibilità della Regione a continuare a sostenere il progetto con nuovi bandi e opportunità future.

Il lavoro svolto dalla Biblioteca Ambrosiana non si è limitato alla sola digitalizzazione, ma ha incluso anche collaborazioni con istituzioni accademiche di rilievo internazionale. La Notre Dame University, ad esempio, aveva già microfilmato i manoscritti negli anni ’60, mentre l’università Cattolica è attualmente coinvolta nell’assistenza riguardo alla piattaforma adottata per la digitalizzazione. L’approccio collaborativo ha permesso di integrare competenze e risorse per garantire un risultato ottimale.

È interessante notare come l’iniziativa odierna si colleghi alla visione del cardinale Federico Borromeo, il quale nel 1627 aveva già evidenziato l’importanza della stampa in caratteri arabi come strumento di diffusione della cultura. La Biblioteca Ambrosiana continua così a essere un esempio di apertura e inclusività, riflettendo una lunga tradizione di partecipazione culturale e scambio di conoscenze.

L’obiettivo a lungo termine del progetto è quello di rendere il patrimonio arabo della Biblioteca Ambrosiana non solo accessibile, ma anche soggetto a studi approfonditi che possano arricchire il panorama culturale e accademico nazionale e internazionale.

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