Il gattopardo di Netflix: una trasposizione deludente di un classico della letteratura italiana

La serie Netflix de “Il Gattopardo” delude le aspettative, modernizzando la storia senza approfondire i personaggi e il contesto storico, risultando superficiale rispetto al capolavoro di Lampedusa.
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Il gattopardo di Netflix: una trasposizione deludente di un classico della letteratura italiana - Socialmedialife.it

La trasposizione del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa arriva su Netflix come una serie, ma non è riuscita a conquistare il pubblico come ci si aspettava. Destinata a rimanere impressa nella memoria dei telespettatori, questa nuova versione, diretta da Tom Shankland e con sei episodi in uscita il 5 marzo 2025, ha cercato di modernizzare la storia del principe Fabrizio di Salina. Tuttavia, il risultato ha deluso molti appassionati del romanzo e del film iconico diretto da Luchino Visconti.

La trama del gattopardo: una storia di cambiamenti

La narrazione de “Il Gattopardo” non si limita alla vita del principe di Salina; affonda le radici in un contesto storico e sociale che segna il passaggio da una società aristocratica a una nazione unita. Ambientata in Sicilia durante il Risorgimento italiano, la serie racconta le vicissitudini del principe Fabrizio, dei suoi figli e in particolare di Tancredi, un giovane ambizioso che cerca il suo posto nel nuovo ordine politico.

La Sicilia fa da sfondo a eventi cruciali come lo sbarco a Marsala, mentre il principe osserva inerti le trasformazioni delle sue terre e dei suoi privilegi. Accanto a lui, la figura di Angelica, una giovane donna desiderosa di potere, aggiunge ulteriore complessità alla diplomazia interpersonale della storia. Nella serie, il personaggio di Concetta, figlia di Fabrizio e innamorata di Tancredi, assume una posizione centrale, ma le sue aspirazioni romantiche non vengono sviluppate come dovrebbero. L’obiettivo della serie sembra essere quello di catturare l’interesse di un pubblico più giovane, ma il tentativo di modernizzazione rischia di distorcere il messaggio originale.

Le scelte narrative e il rischio di banalizzazione

La versione Netflix de “Il Gattopardo” ha adottato un approccio di romanticizzazione, con l’intento di attirare spettatori appassionati di storie d’amore e drammi storici in stile “Bridgerton”. Tuttavia, questa strategia ha portato a un allontanamento dal nucleo storico del racconto. I personaggi appaiono superficiali e poco sviluppati, e il pubblico non riesce a instaurare legami emotivi con loro. La sceneggiatura, pur avendo a disposizione sei episodi di un’ora, non riesce a tracciare un percorso narrativo coerente e coinvolgente.

In questa serie, tanto è dedicato al tormento interiore di Concetta quanto viene trascurata la complessità del contesto sociale e politico che fa da sfondo alla storia. Nonostante la pertinenza delle tematiche femminili esplorate, l’essenza storica del romanzo sembra andare persa nel tentativo di creare una narrazione più accessibile e sensazionale. Inoltre, l’ambientazione siciliana, che dovrebbe rivestire un ruolo significativo nel racconto, è appena accennata, perdendo così una grande opportunità di arricchire la narrazione.

La mancanza di profondità nei personaggi

Un problema cruciale della serie è la mancanza di profondità nella caratterizzazione dei personaggi. La figura del principe di Salina, fondamentale nella storia, riceve poca attenzione nelle prime fasi della serie, con uno sviluppo che emerge solo negli episodi finali. Questo approccio non solo limita la comprensione del suo personaggio, ma compromette la coerenza dell’intera narrazione.

La costruzione dei personaggi si rivela carente anche per Tancredi e Angelica, le cui dinamiche emotive e motivazioni non vengono esplorate a sufficienza. L’idea di concentrarsi su vulnerabilità e conflitti interiori va a scapito di una visione più ampia delle relazioni e delle lotte del periodo risorgimentale. Persino il palpabile senso di cambiamento sociale e politico che pervade il romanzo originale è trattato in maniera superficiale, relegando gli eventi storici a un contesto secondario.

La serie non riesce, così, a fare onore a un grande capolavoro della letteratura italiana, trasformandosi in un’ennesima storia d’amore priva della ricchezza analitica e del contesto storico così presenti nel romanzo originale. Non resta che sperare che le opere future possano restituire a “Il Gattopardo” il merito che merita.

VOTO: 6

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