Un’importante rassegna d’arte contemporanea ha preso vita a Roma. Sotto il titolo “Pensieri, Parole, Opere, Omissioni”, il progetto del No Art Group si snoda attraverso quattro mostre bipersonali presso lo studio Giga. Aperte al pubblico dal 5 marzo fino al 25 giugno, queste esposizioni mettono in luce il lavoro di otto giovani artisti, offrendo uno sguardo incisivo sulle complesse interconnessioni tra i concetti di pensiero, parola, opera e omissione.
Il significato alla base della rassegna
Il titolo della mostra trae ispirazione dalla preghiera di confessione, il Confiteor, in cui il devoto si riconosce colpevole di “pensieri, parole, opere e omissioni”. Questi sono considerati gli elementi che generano peccato. Tuttavia, il progetto va ben oltre la dimensione religiosa. Per gli artisti coinvolti, la confessione assume un significato diverso. Non si tratta solo di un atto verso un’entità divina, ma rappresenta piuttosto un percorso di riconciliazione personale. È un invito a confrontarsi con le proprie emozioni, le relazioni sociali e le problematiche che caratterizzano la vita quotidiana. Attraverso opere d’arte, video e performance, questi giovani talenti cercano di esplorare il legame tra l’individuo e il mondo esterno, affrontando le sfide sia personali che collettive.
La mostra ‘Pensieri’: Voce all’infanzia e all’adolescenza
La prima esposizione, intitolata ‘Pensieri’, si tiene dal 5 al 26 marzo e vede coinvolti Desirè D’Angelo e Guido Corbisiero. I due artisti offrono uno sguardo intimo sui ricordi d’infanzia e sull’adolescenza, attraverso una scultura-performance e due installazioni evocative. Le opere di D’Angelo e Corbisiero riecheggiano esperienze di vita e suggestioni visive che si ripropongono nel presente, creando un dialogo tra passato e attualità. Questa mostra invita il pubblico a riflettere su come gli eventi della gioventù influenzino la nostra identità e le nostre emozioni, mettendo in evidenza un legame profondo tra l’individuo e le esperienze formative.
‘Parole’: Un’analisi critica delle dinamiche comunicative
La seconda mostra, ‘Parole’, si svolge dal 9 al 30 aprile e coinvolge Sveva Angeletti e Andrea Frosolini. Entrambi gli artisti si interrogano sul significato intrinseco del linguaggio, analizzando anche l’incomunicabilità che spesso caratterizza le relazioni moderne. Le opere esposte offrono uno spaccato critico delle varie sfaccettature della comunicazione, stimolando una discussione profonda su come le parole possano sia unire che separare. Attraverso installazioni visive e performative, Angeletti e Frosolini invitano il visitatore a considerare le barriere che ostacolano il dialogo e il modo in cui queste influenzano la nostra vita quotidiana.
‘Opere’: L’arte come mezzo di connessione
Proseguendo con la rassegna, la mostra ‘Opere’, in programma dal 7 al 28 maggio, presenta i lavori di Giulia Apice e Sebastiano Zafonte. Questi due artisti esplorano il potere aggregante della pratica artistica, evidenziando come l’arte possa diventare un ponte tra le persone. Le installazioni mirano a coinvolgere il pubblico in un’esperienza interattiva, sottolineando la dimensione relazionale che emerge attraverso l’arte. Apice e Zafonte propongono opere che favoriscono l’interazione e la partecipazione, rendendo il visitatore parte attiva del percorso espositivo.
‘Omissioni’: Riflessione sul vuoto e sull’assenza
Il progetto si conclude con la mostra ‘Omissioni’, visitabile dal 4 al 25 giugno, dove le opere di Diana Pintaldi e Raimondo Coppola offrono una meditazione profonda sul concetto di assenza. Attraverso un processo catalogativo, gli artisti invitano il pubblico a riflettere sul significato del vuoto nella nostra esistenza. Tramite l’arte, Pintoaldi e Coppola esplorano il tema dell’assenza e delle tracce che rimangono, suggerendo che anche ciò che non è visibile può avere un’importanza significativa. Questa parte della rassegna spinge a considerare le varie forme che può assumere l’esistenza e il modo in cui interpretare le mancanze nella nostra vita.
La serie di mostre rappresenta un’opportunità unica per scoprire nuove voci nell’arte contemporanea, stimolando conversazioni importanti su temi attuali e universali. Con un mix di creatività e introspezione, il progetto di No Art Group riesce a informare e a commuovere, regalando al pubblico un’esperienza coinvolgente nell’universo dell’arte.