Oscar 2025: la sala stampa vive emozioni e discussioni accese durante le premiazioni

La cerimonia degli Oscar 2025: emozioni, dibattiti e trionfi tra giornalisti e vincitori, con momenti di tensione e celebrazioni per i film premiati.
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la sala stampa degli oscar 2025: emozioni e dibattiti intensi durante le premiazioni

Un’esperienza di pazienza e determinazione

Raggiungere la sala stampa durante la cerimonia degli Oscar del 2025 è un viaggio che richiede pazienza e determinazione. Situata al secondo piano del Loews Hotel, proprio dietro il Dolby Theatre di Los Angeles, la sala è accessibile solo dopo aver superato una serie di rigorosi controlli di sicurezza. Gli addetti esaminano scrupolosamente zaini e borse, mentre i cani da fiuto si muovono tra i giornalisti in attesa. Una volta varcata la soglia, l’atmosfera cambia radicalmente: non è più possibile scattare foto, registrare video o effettuare videochiamate. L’ampio spazio, dotato di un palco per le interviste ai vincitori e di lunghi tavoli coperti da drappi neri per i reporter, ricorda un grande evento nuziale, ma con un tocco di mistero, poiché nessuno conosce gli sposi.

Il clima di attesa e le curiosità

Il clima di attesa è palpabile. Dopo i consueti saluti tra colleghi, si inizia a discutere animatamente sugli esiti delle premiazioni. I giornalisti spagnoli sono tra i più curiosi: “Dov’è Karla Sofía?”, si chiedono, riferendosi alla prima donna trans nominata per un Oscar. La sua assenza suscita preoccupazione, ma quando Conan O’Brien la menziona dal palco e la telecamera la inquadra tra il pubblico, l’ansia si dissolve.

Il dibattito tra giornalisti messicani

Il dibattito si infiamma tra i giornalisti messicani, in fila per il buffet. Mario Szekely, del quotidiano El Universal, descrive il film come “commovente e coraggioso”, mentre Susana Moscatel lo critica aspramente, definendolo una “caricatura ridicola” del Messico. Entrambi i giornalisti, veterani della cerimonia, non si lasciano intimidire dalle opinioni contrastanti. La vittoria di Zoe Saldaña come miglior attrice non protagonista riesce a unire i presenti, con Moscatel che riconosce il suo talento: “Tra tutti, è la meno peggio. Lei è stata brava”. L’attrice, visibilmente emozionata, esprime il suo orgoglio di essere americana di seconda generazione, rispondendo alle polemiche sul film: “Emilia Pérez non è un’opera sul Messico, ma su tre donne che lottano per trovare la propria voce”.

Le risposte del regista Jacques Audiard

Il regista Jacques Audiard, tuttavia, si dimostra evasivo di fronte alle domande sui critici del suo film. Quando gli viene chiesto di rispondere alla comunità trans e ai messicani offesi, la sua risposta è sorprendentemente fredda: “Avessi vinto l’Oscar per la regia o per il film, avrei risposto. Ma ho vinto per aver scritto tre brani musicali”. La sua affermazione, apparentemente ironica, lascia la sala in un silenzio imbarazzato.

Un crocevia di emozioni e tensioni

In questo ambiente frenetico, la sala stampa degli Academy Awards diventa un crocevia di emozioni e tensioni. La vittoria di Conclave porta un momento di gioia condivisa tra i giornalisti tedeschi, britannici e italiani, mentre il regista Edward Berger e lo sceneggiatore Peter Straughan si scambiano congratulazioni. Il lavoro è incessante, con circa 250 giornalisti stipati in uno spazio limitato, dove ogni movimento è un rischio per le tazze di caffè e i panini.

Il momento culminante della serata

Il momento culminante della serata arriva con la vittoria di “Io sono ancora qui” come miglior film internazionale. La delegazione brasiliana esplode di gioia, festeggiando come se fosse una finale di Coppa del Mondo. Cleide Klock di Cnn Brazil condivide l’emozione: “Da noi è Carnevale, ma tutti si sono fermati per vedere se riuscivamo a portare a casa il primo Oscar”. Il regista Walter Salles, con la statuetta in mano, dichiara: “Questo non è un premio al mio film, ma al nostro paese, alla nostra cultura e al nostro modo di fare cinema”.

La gioia della delegazione lettone

Anche la delegazione lettone vive un momento di grande emozione, poiché il paese ottiene il suo primo Oscar per il miglior cartone animato con “Flow”. Le due giornaliste arrivate da Riga non riescono a trattenere le lacrime: “È come apparire finalmente sul mappamondo!”, esclama Mara Rozenberga di Latvian Public Radio. Il regista Gints Zilbalodis, pur mantenendo la sua compostezza, riceve i complimenti con gratitudine.

I momenti applauditi della serata

Tra i momenti più applauditi della serata, spiccano i cinque Oscar vinti da “Anora” e il documentario “No other land”, realizzato da un collettivo israelo-palestinese. Questo riconoscimento rappresenta un fatto significativo in una serata che, per il resto, non ha fatto riferimento a temi più ampi al di fuori dell’Hollywood Boulevard.

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