Donald Trump si appresta a calcare il palcoscenico degli Oscar, un evento che si terrà il 12 marzo 2025 presso il Dolby Theatre di Hollywood. Questa edizione della cerimonia si preannuncia carica di tensioni, in seguito a un acceso scontro tra l’ex presidente statunitense e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto di recente nell’Ufficio Ovale. Bill Kramer, presidente dell’Academy, ha auspicato una cerimonia “apolitica”, affidata alla conduzione del comico Conan O’Brien, noto per la sua neutralità.
Il red carpet e le polemiche
Il red carpet degli Oscar si prepara a ricevere numerose celebrità, molte delle quali potrebbero indossare spille gialle e blu in segno di solidarietà con l’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere se i divi di Hollywood affronteranno l’imbarazzante situazione legata a Kiev, un tema che Trump ha definito “ottima televisione”. Ben Stiller, noto per le sue posizioni critiche nei confronti di Trump e della propaganda russa, ha già espresso il suo sostegno all’Ucraina, postando la bandiera gialla e blu sulla sua pagina X, attirando commenti ostili dai sostenitori del movimento Maga.
Le reazioni di Hollywood
Mentre a Parigi, l’attrice Catherine Deneuve ha dedicato la serata dei César all’Ucraina, la risposta di Hollywood è stata finora piuttosto silenziosa. Tra le eccezioni, spicca il messaggio di Pedro Pascal, che ha condiviso un post su Instagram con il messaggio “Il coraggio ha un nome”, accompagnato da una mappa dell’Ucraina e dall’hashtag “Leader”, in onore di Zelensky. Anche Carrie Coon, protagonista di “The Golden Age”, ha espresso la sua indignazione nei confronti del vicepresidente JD Vance, accusandolo di aver sostenuto Trump durante il tumultuoso incontro all’Oval Office.
Il richiamo di Zelensky e le nomination
Zelensky ha cercato di partecipare agli Oscar per due anni consecutivi, ma le sue richieste sono state respinte dagli organizzatori nel 2022 e nel 2023, per timore di dare priorità a una causa controversa. Tuttavia, l’Ucraina è già presente tra i candidati, con il documentario “Porcelain War” che punta a replicare il successo di “30 giorni a Mariupol”, vincitore dell’Oscar l’anno precedente. Questo lungometraggio, diretto da Brendan Bellomo e Slava Leontyev, narra la storia di tre artisti soldato e ha già ricevuto riconoscimenti al Sundance Film Festival.
Controversie e candidature
Un altro tema controverso è rappresentato da “Anora”, il dramedy di Sean Baker, considerato un possibile vincitore per il miglior film. La pellicola vede tra i protagonisti Mikey Madison, mentre Yura Borisov, attore russo in corsa per il premio come miglior attore non protagonista, sarà presente al Dolby Theatre. Borisov è un nome significativo, poiché non si vedeva un attore russo nominato agli Oscar dal 1977, quando Mikhail Baryshnikov fu candidato per “The Turning Point”.
La guerra in Ucraina ha reso difficile per molti artisti russi lavorare in Occidente, ma Borisov è riuscito a mantenere la sua carriera senza schierarsi pubblicamente né a favore né contro il conflitto. La sua presenza agli Oscar rappresenta un caso unico in un contesto di forti divisioni culturali e politiche.