Roberto Andò ritorna con “Sarabanda”
Roberto Andò, il celebre regista italiano, è pronto a tornare in scena con la sua ultima produzione teatrale, “Sarabanda”, un’opera di Ingmar Bergman. Questo spettacolo, tradotto da Renato Zatti, sarà in scena al Teatro Stabile di Catania, nella storica sala Verga, dal 4 al 9 marzo 2025. Il cast vanta nomi di spicco come Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton e Caterina Tieghi. La produzione è il risultato di una sinergia tra il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, il Teatro Nazionale di Genova e il Teatro Biondo di Palermo.
Dettagli della produzione
Le scenografie e le luci sono state progettate da Gianni Carluccio, mentre i costumi sono firmati da Daniela Cernigliaro. La colonna sonora è stata composta da Pasquale Scialò, con il suono curato da Hubert Westkemper. Nelle note di regia, Andò definisce “Sarabanda” come il testamento artistico di Bergman, un’opera realizzata nel 2003 con una telecamera digitale e interpretata da due attori simbolo della sua carriera, Erland Josephson e Liv Ullmann.
Struttura e tematiche dell’opera
L’opera si articola in dieci scene, dove si alternano due dei quattro personaggi principali, creando una struttura musicale che richiama la sarabanda, una danza solenne e lasciva, inizialmente vietata nella Spagna del sedicesimo secolo, ma successivamente adottata da compositori come Bach e Handel. Bergman, in questo lavoro, torna a esplorare le vite dei protagonisti di “Scene da un matrimonio” dopo trent’anni, rivelando come siano diventati più maturi, ma anche più spietati.
Relazioni familiari e conflitti
Il confronto finale tra i personaggi, arricchito dalla presenza di un figlio e di una nipote, mette in evidenza le complesse dinamiche delle relazioni familiari, rivelando rimpianti, rancori e conflitti. Temi come l’amore e l’odio, il difficile rapporto tra genitori e figli, l’indifferenza e l’attaccamento morboso, la vecchiaia e l’angoscia degli “ultimi giorni” si intrecciano in questa danza lenta e severa. Le dieci scene presentano dialoghi tra i personaggi, che si incontrano e si separano, culminando nell’esecuzione della suite bachiana omonima, simbolo di una fragilità umana che si manifesta attraverso silenzi e gesti.
Il messaggio di Bergman
Andò sottolinea che il Bergman di “Sarabanda” sembra aver perso ogni speranza, esprimendo un pessimismo radicale riguardo al significato delle relazioni umane. L’opera si presenta così come un testo audace e sincero, in cui il messaggio profondo non è racchiuso nelle parole, ma si manifesta attraverso la tenerezza di un abbraccio e la vulnerabilità di corpi segnati dal tempo e dall’esperienza di vita.