Il tribunale di Milano revoca l’amministrazione giudiziaria di Dior con quattro mesi di anticipo

Revoca dell’amministrazione giudiziaria per Dior: il tribunale di Milano riconosce progressi nella lotta contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo nella catena produttiva della maison.
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Il tribunale di Milano revoca l'amministrazione giudiziaria di Dior, anticipando la decisione di quattro mesi

Revoca dell’amministrazione giudiziaria per Dior

Il tribunale di Milano ha recentemente preso una decisione di grande rilevanza, revocando l’amministrazione giudiziaria della società Manufactures Dior Srl con un anticipo di quattro mesi rispetto alla scadenza inizialmente fissata. Questa azione non è stata intrapresa per motivi punitivi, ma piuttosto per prevenire situazioni di sfruttamento lavorativo all’interno della catena produttiva della rinomata maison francese, celebre nel settore del lusso.

Indagini sul caporalato

L’indagine che ha condotto a questa misura ha riguardato presunti casi di caporalato, un reato contestato esclusivamente ai titolari degli stabilimenti esterni. L’operazione è stata coordinata dal pubblico ministero Paolo Storari e ha visto il coinvolgimento attivo dei carabinieri. Questo caso si inserisce in un contesto più ampio, simile ad altre indagini già avviate, come quella che ha coinvolto Giorgio Armani Operations, per la quale la procedura di amministrazione giudiziaria è stata recentemente chiusa con due mesi di anticipo.

Reazione positiva della società

Per quanto concerne la divisione manifatturiera di Dior, i giudici della sezione misure di prevenzione hanno notato una “reazione assolutamente positiva” da parte della società alle misure adottate. Queste misure, richieste dalla Procura, hanno portato all’implementazione di interventi concreti ed efficaci per affrontare le criticità emerse, che non presentavano carattere strutturale.

Misure di controllo e riorganizzazione

Il collegio giudicante ha evidenziato come la riorganizzazione interna e l’applicazione di misure di controllo sui fornitori, insieme al potenziamento dell’organismo di vigilanza, abbiano rappresentato passi significativi. In particolare, l’inserimento di ben 17 nuove figure professionali ha reso più rigorosi i controlli lungo la catena di produzione. Questi elementi sono stati considerati una chiara dimostrazione dell’impegno costruttivo della società nel prevenire il fenomeno del caporalato, evidenziando un cambiamento significativo nella gestione delle problematiche lavorative.

Un passo importante nella lotta allo sfruttamento

La decisione del tribunale di Milano, avvenuta nel 2025, segna un passo cruciale nella lotta contro lo sfruttamento lavorativo nel settore della moda e del lusso. Questo caso mette in luce come le aziende possano rispondere in modo proattivo a tali accuse, adottando misure che garantiscano il rispetto dei diritti dei lavoratori.

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