Starmer e Trump: possibilità di un accordo storico mentre si chiarisce su Zelensky

La crisi in Ucraina supera i 1.100 giorni, con discussioni su un possibile accordo storico tra Stati Uniti e Ucraina, mentre il Cremlino esclude negoziazioni sui territori occupati.
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Starmer e Trump discutono di un possibile accordo storico mentre si chiariscono le posizioni su Zelensky nel contesto geopolitico del 2025

La crisi in Ucraina, che ha ormai superato i 1.100 giorni di conflitto, continua a generare discussioni e speranze di una possibile risoluzione. Durante una recente visita alla Casa Bianca, il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha lodato Donald Trump per il suo ruolo nel cambiare il discorso sulla crisi ucraina. Starmer ha evidenziato l’esistenza di un’opportunità per raggiungere un “accordo storico” che possa porre fine alle ostilità, un messaggio che ha trovato eco nello Studio Ovale.

Accordo in vista

Nel corso dell’incontro, Trump ha annunciato che firmerà un accordo importante sui minerali e le terre rare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky venerdì prossimo. Tuttavia, il presidente statunitense ha eluso una domanda riguardante le sue precedenti dichiarazioni in cui aveva definito Zelensky un “dittatore“. Con un sorriso, Trump ha risposto: “L’ho detto io questo?”, suggerendo una certa ambiguità nelle sue posizioni.

La posizione del Cremlino

Nel frattempo, la situazione sul campo rimane intricata. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che i territori occupati in Ucraina sono considerati parte “indivisibile” della Russia, escludendo qualsiasi possibilità di negoziazione su questo punto. Peskov ha avvertito che non ci si deve aspettare una rapida e semplice conclusione del conflitto, sottolineando le difficoltà intrinseche a qualsiasi processo diplomatico.

Reazione di Kiev

La risposta della diplomazia ucraina non si è fatta attendere. I rappresentanti di Kiev hanno definito “ridicole” le affermazioni del Cremlino riguardo all’annessione dei territori occupati, affermando che tali posizioni non possono essere considerate accettabili in un contesto di dialogo e risoluzione pacifica. La tensione tra le parti rimane elevata, mentre il mondo osserva con attenzione gli sviluppi di questa crisi che continua a influenzare la geopolitica globale.

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