Posizione ferma di Edoardo Barelli Innocenti
Il presidente della Corte di Appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, ha manifestato con determinazione il suo punto di vista durante un’assemblea pubblica che si è svolta il 15 gennaio 2025 presso il Palazzo di Giustizia di Torino. Questo incontro ha coinciso con lo sciopero indetto dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), e la sua dichiarazione ha ricevuto una standing ovation da parte delle centinaia di partecipanti. Barelli Innocenti ha sottolineato l’importanza di preservare la verità e la giustizia, respingendo le menzogne e le pressioni esterne.
Un appello alla dignità
“È fondamentale avere la schiena dritta. Non ci piegheremo alle bugie”, ha dichiarato Barelli Innocenti, evidenziando che la sua non è una battaglia di retroguardia. “I cambiamenti non sempre portano a risultati positivi, e talvolta, essere conservatori significa essere progressisti. Dobbiamo guardare al futuro e alle generazioni che verranno”. Con una coccarda tricolore sul petto, il presidente ha ribadito l’importanza della separazione dei poteri e il pericolo che la magistratura possa essere influenzata dal potere esecutivo. “Se il pubblico ministero è separato dal giudice, ma soggetto a poteri esterni, entrambi perderanno la loro libertà. Dobbiamo dire ‘no’, anche se questo ci porterà alla sconfitta. Il nostro ‘no’ deve essere parte della storia”.
Consenso e unità tra i magistrati
Nel corso dell’assemblea, è emerso un consenso unanime sulla necessità di combattere l’idea di una complicità tra giudici e pubblici ministeri, sostenendo che la separazione delle carriere non rappresenta la soluzione. Il giudice Andrea Natale ha intrattenuto il pubblico con una battuta rivolta a Mario Bendoni, presidente dell’Anm del Piemonte: “Sapete quanti dei suoi imputati ho assolto? Parecchi. Non sono succube della volontà del perfido pm Bendoni”. Anche Marco Gianoglio, procuratore aggiunto a Torino, ha condiviso la sua esperienza, affermando che la ricerca della verità è sempre stata la sua priorità, indipendentemente dal ruolo ricoperto.
Il sostegno di Lucia Musti
La procuratrice generale del Piemonte, Lucia Musti, ha espresso il suo sostegno allo sciopero, chiarendo che la sua posizione apicale le impedisce di firmare la scheda di adesione. Ha messo in evidenza l’unità tra giudici e pubblici ministeri, affermando che le loro posizioni sono allineate. Musti ha anche denunciato l’attacco ai magistrati, sottolineando che non proviene da mafia o terrorismo, ma da una legge dello Stato.
Riflessione costituzionale
Al termine dell’assemblea, i partecipanti si sono riuniti all’ingresso del Palazzo di Giustizia, dove sono stati letti pubblicamente alcuni articoli della Costituzione, evidenziando l’importanza dei principi fondamentali che regolano la giustizia e la legalità nel nostro Paese.