Azienda di smaltimento rifiuti denunciata per frodi fiscali da 100 milioni di euro

Verifica fiscale a Catania svela irregolarità in azienda di smaltimento rifiuti, con evasione IVA di 1,8 milioni e accuse di frode e associazione a delinquere per nove indagati.
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azienda di smaltimento rifiuti coinvolta in frodi fiscali da 100 milioni di euro nel 2025

Finanzieri del comando provinciale di Catania hanno recentemente concluso un’importante verifica fiscale su una società per azioni operante nel settore del trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi . L’operazione, effettuata nel marzo 2025 , ha messo in luce gravi irregolarità nella gestione fiscale dell’azienda, con una base imponibile accertata superiore a 95 milioni di euro e un’evasione dell’ IVA di 1,8 milioni di euro . In seguito a queste scoperte, i militari hanno denunciato il titolare della società e i rappresentanti delle aziende coinvolte nell’emissione di fatture false , accusandoli di dichiarazione fraudolenta e di emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Indagini e misure cautelari

Le attività ispettive sono derivate da un’indagine di polizia giudiziaria che ha portato all’emissione di un’ ordinanza di misure cautelari personali e reali, richiesta dalla Procura e approvata dal giudice per le indagini preliminari. Questa operazione ha coinvolto nove indagati , tra cui il legale rappresentante della società e alcuni suoi familiari e collaboratori, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Secondo quanto emerso dal nucleo PEF delle Fiamme Gialle, l’azienda avrebbe omesso di registrare ricavi per circa 3,5 milioni di euro , provenienti dal conferimento di ingenti quantità di rifiuti umidi da parte di un’altra impresa della stessa compagine societaria, nel periodo tra il 2018 e il 2020 . Durante lo stesso periodo, i finanzieri hanno accertato che la società ha indebitamente dedotto spese relative a fatture per trasporti mai avvenuti e a costi associati a reati, per un totale di oltre 90 milioni di euro , erroneamente indicati in bilancio per attività di smaltimento illecito.

Pratiche illegali e conseguenze

Le indagini hanno rivelato che i rifiuti organici conferiti in discarica venivano frequentemente depositati direttamente nelle vasche di abbancamento, senza il necessario trattamento di biostabilizzazione , che richiede un periodo di circa 15-20 giorni . Questa prassi ha permesso all’azienda di ridurre il ciclo di lavorazione, aumentando così la capacità di trattare una maggiore quantità di prodotto e, di conseguenza, i profitti. Inoltre, sono stati riscontrati numerosi casi di sovrafatturazione , con l’emissione di fatture gonfiate per spese mai sostenute.

Le autorità competenti continuano a monitorare la situazione, mentre la Procura di Catania ha avviato ulteriori indagini per accertare l’entità delle frodi e le responsabilità dei soggetti coinvolti. La gravità delle accuse e l’ammontare delle somme evase sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’ integrità delle operazioni di smaltimento rifiuti nella regione, evidenziando la necessità di un controllo più rigoroso nel settore.

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