“Miss Italia non deve morire: il documentario Netflix esplora il concorso tra nostalgia e politica”

Il documentario “Miss Italia Non Deve Morire” esplora la crisi del concorso di bellezza, evidenziando il conflitto tra tradizione e modernità nella cultura pop italiana.
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Il mondo della cultura pop è attualmente dominato da un costante ritorno al passato, con revival e reboot che si impongono nel mercato. Tuttavia, il concorso di Miss Italia si distingue come un’eccezione a questa tendenza, vivendo una progressiva marginalizzazione nel panorama mediatico nazionale. Il documentario “Miss Italia Non Deve Morire”, concepito da Pietro Daviddi, David Gallerano e Gregorio Romeo, e diretto dagli stessi Daviddi e Gallerano, sarà disponibile su Netflix dal 26 febbraio 2025. Questa produzione offre un’analisi approfondita di un concorso che ha segnato la storia del costume italiano, sollevando interrogativi sulla sua attuale rilevanza e sul motivo per cui eventi come il Festival di Sanremo continuino a prosperare, mentre Miss Italia sembra relegato a un ruolo secondario.

La battaglia di Patrizia Mirigliani

Il titolo del documentario rappresenta un chiaro grido d’allarme da parte di Patrizia Mirigliani, erede del concorso fondato dal padre Enzo. La Mirigliani affronta una sfida ardua per mantenere viva un’ istituzione che ha simboleggiato il costume italiano per decenni. La questione è di natura politica : il concorso è stato interrotto dalla Rai dopo l’edizione del 2012, che ha visto vincitrice Giusy Buscemi, per poi riemergere solo nel 2019 in occasione degli 80 anni della manifestazione. Il documentario illustra i tentativi di Patrizia di rinnovare il concorso, cercando di evitare conflitti con chi ha ostacolato il suo rilancio, denunciando l’ oggettificazione della donna. La sua scelta di seguire una direzione opposta a quella di chi sostiene che un concorso di bellezza debba essere visto per quello che è, crea un interessante conflitto che permea l’intero film.

Il paradosso della Rai e il contesto politico

Casimiro Lieto, uno degli autori dell’edizione 2023, offre una chiave di lettura sulla situazione attuale: “Identità nazionale, sovranismo. Miss Italia non deve temere nulla. Se un ente statale come la tv pubblica è espressione del Governo e dei partiti, noi siamo a cavallo”. Queste parole collocano il concorso all’interno di un dibattito più ampio, che va oltre le polemiche sui canoni di bellezza e si interroga sulla rappresentazione della cultura nazionale. Lieto sottolinea l’importanza di riappropriarsi di elementi di identità nazionale, affermando che, essendo Miss Italia un’ istituzione di 84 anni, rappresenta un simbolo della cultura italiana. Tuttavia, la delusione di Patrizia Mirigliani si fa sentire quando, durante la presentazione dei palinsesti Rai per il 2023, il concorso non trova spazio, rivelando un paradosso : le polemiche sul ruolo della donna in Miss Italia lo rendono troppo divisivo anche per un governo che, teoricamente, dovrebbe sostenere valori tradizionali.

Le differenze tra Sanremo e Miss Italia

Vittorio Sgarbi, presidente di giuria dell’edizione 2023, solleva una questione cruciale: “Perché Sanremo sì e Miss Italia no? Rai1 non può permettersi di essere contro i valori della civiltà italiana. Questa edizione di Miss Italia rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo”. La narrazione non si limita a descrivere la crisi di un concorso di bellezza, ma esplora come un evento popolare possa diventare un campo di battaglia ideologico . Sanremo , nonostante le polemiche, è riuscito a rinnovarsi, mentre Miss Italia sembra portare con sé un peso simbolico eccessivo per essere semplicemente un concorso di bellezza.

Il conflitto familiare di Patrizia Mirigliani

All’interno di questa battaglia, Patrizia Mirigliani deve affrontare anche un conflitto personale con suo figlio Nicola. La sua presenza nel documentario è caratterizzata da un distacco evidente rispetto all’impegno e alla passione che la madre dedica al concorso. Nicola arriva in ritardo alla finale del 2023 e non viene riconosciuto dalla sicurezza. La situazione si complica ulteriormente quando, davanti alle telecamere, lascia intendere di essere disposto a vendere le quote del concorso in mano a sua madre, minando così ogni sforzo da lei compiuto. Questo conflitto si intreccia con le previsioni del nonno Enzo, che aveva immaginato Nicola come l’erede del concorso, un peso che il giovane non riesce a sostenere.

Miss Italia può sopravvivere?

La domanda centrale che il documentario si pone non è tanto se Miss Italia debba morire, ma se possa continuare a esistere come semplice concorso di bellezza in un’epoca in cui ogni aspetto della cultura pop è diventato un campo di battaglia ideologico . Una delle concorrenti, Aurora, emerge come una delle protagoniste del docufilm, rappresentando una possibile soluzione: mostrarsi per ciò che si è, senza snaturarsi. La sfida per Patrizia Mirigliani non consiste solo nel rinnovare il concorso per adattarlo ai tempi moderni, ma anche nel liberarlo dal peso di rappresentare qualcosa di più grande di quanto realmente sia, un concorso che ha segnato, nel bene e nel male, un pezzo di storia italiana.

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