Raffaele Curi esplora il futuro dell’arte tra sfide tecnologiche e tradizione culturale

Raffaele Curi invita a riflettere sul futuro dell’arte e dello spettacolo, esplorando l’impatto delle nuove tecnologie e delle trasformazioni sociali nella mostra “Is it sundown”.
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Raffaele Curi analizza come le sfide tecnologiche influenzano l'arte contemporanea, mantenendo viva la tradizione culturale nel 2025

Provocazione di Raffaele Curi sul futuro dell’arte

Raffaele Curi, il direttore creativo di Alda Fendi Esperimenti, ha recentemente lanciato una sfida che invita a riflettere sul futuro dell’arte e dello spettacolo in un contesto di rapidi cambiamenti tecnologici e sociali. Con la sua affermazione che “la mente intuitiva è un dono sacro”, Curi mette in discussione il predominio della razionalità nella nostra società, suggerendo che l’intelligenza artificiale e le trasformazioni politiche ed economiche potrebbero segnare la fine di un’epoca per il mondo artistico.

Dettagli della mostra

La mostra-installazione, intitolata “Is it sundown”, si svolgerà dal 26 febbraio al 15 ottobre 2025 presso il Palazzo Rhinoceros, una delle sedi più suggestive della Fondazione nel cuore di Roma, a pochi passi dal Circo Massimo e dalla Bocca della Verità. Curi si interroga se l’emergere di nuove tecnologie e il deterioramento delle forme tradizionali di spettacolo rappresentino un vero e proprio tramonto o piuttosto l’inizio di una nuova era, caratterizzata da colori e vivacità.

Riflessioni sull’inquietudine sociale

Curi osserva che la società è attraversata da uno stato di inquietudine e trasformazione, un fenomeno che si estende a tutti gli ambiti. La sua riflessione trae ispirazione dal divano “Tramonto a New York”, progettato da Gaetano Pesce nel 1980, che simboleggia un sole che si spegne tra i grattacieli. “Labbra di lurido viola per un futuro caratterizzato dal dilemma di essere ancora umani o scegliere le caratteristiche della tecnica”, afferma Curi, citando Karl Kraus e sottolineando che l’artista è colui che riesce a trasformare un enigma in una soluzione.

La speranza di Alda Fendi

Alda Fendi, co-fondatrice della mostra, esprime la sua speranza che il momento storico attuale non sia segnato da una sconfitta, ma piuttosto da una rinascita artistica. “Mi appello alla religione degli artisti, sempre vincente, affinché con la loro originale scrittura quadrata possano offrirci un barlume di una nuova era”, afferma Fendi.

Un caleidoscopio di riferimenti

La mostra si presenta come un caleidoscopio di citazioni e rimandi, spaziando dal film “La caduta dell’impero romano” di Anthony Mann alle immagini surreali di David Lynch, che idealmente attraversano il percorso espositivo. Le sagome di Lynch, sospese in alto, sembrano silenziare il rumore del mondo contemporaneo, mentre il giallo e il viola intensi emergono come simboli di una crisi che oscilla tra la gioia di vivere e la paura dell’ignoto.

Critica alla situazione cinematografica

Curi commenta la situazione attuale del cinema, sottolineando come Hollywood sembri ormai dominata da serie televisive e ispirazioni deboli. “Dagli Stati Uniti arrivano storie popolate da mostri, con meccanismi e spettacolarizzazioni leggendarie che non lasciano spazio a racconti sociali o drammi personali”, osserva. Anche il cinema europeo, e in particolare quello italiano, sembra trovarsi in una fase di smarrimento.

Una necessità di reinventarsi

Secondo Curi, la nostra società deve reinventarsi attraverso nuove prospettive e possibilità. “Qualcosa di artificiale, semplificando, l’intelligenza, ci porterà a codificare un nuovo modo di vivere sia nello spettacolo che nella vita quotidiana”. La mostra “Is it sundown” si preannuncia quindi come un’importante occasione di riflessione su un futuro che, pur incerto, potrebbe rivelarsi ricco di opportunità creative.

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