Dopo la chiusura delle indagini, la signora Mihaela, madre di Patrizia Cormos, la giovane di 19 anni tragicamente scomparsa insieme ai suoi amici Bianca Doros e Cristian Molnar a causa dell’improvvisa piena del fiume Natisone, ha avuto la possibilità di ascoltare le registrazioni delle telefonate effettuate dai ragazzi ai soccorritori. Questo evento, avvenuto oggi nel 2025, ha suscitato forti reazioni da parte della madre, che ha manifestato il suo profondo disappunto riguardo alla gestione dell’emergenza.
Critiche alla gestione del soccorso
In un’intervista con i media locali, la signora Mihaela ha sottolineato come i ragazzi siano stati lasciati in attesa senza ricevere alcun supporto. “È inaccettabile che chi chiama per chiedere aiuto venga messo in attesa”, ha dichiarato con tono critico. Secondo la madre, chi risponde al telefono dovrebbe offrire rassicurazioni e conforto, piuttosto che lasciare le persone in balia di una musica di sottofondo. La sua frustrazione è evidente, e si chiede come sia possibile che una situazione così drammatica possa verificarsi.
Il drammatico appello di Patrizia
Le telefonate registrate mostrano momenti di intensa tensione e disperazione. In particolare, l’ultimo appello di Patrizia è straziante: “Non abbiamo più tempo”, ha esclamato ai soccorritori, evidenziando la gravità della situazione. “Non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci”. Queste parole, cariche di angoscia, mettono in luce non solo la precarietà della loro situazione, ma anche l’urgenza di un intervento immediato e decisivo.
Il contesto dell’incidente
L’incidente che ha portato alla morte di Patrizia, Bianca e Cristian è avvenuto a causa di una rapida e inaspettata piena del fiume Natisone, un evento che ha colto di sorpresa i tre giovani. La loro richiesta di aiuto, purtroppo, non ha ricevuto la risposta tempestiva che avrebbero meritato. Questo tragico evento ha sollevato interrogativi sulla preparazione e l’efficacia dei servizi di emergenza nella gestione di situazioni critiche, specialmente in un contesto naturale così imprevedibile.
La signora Mihaela, attraverso la sua testimonianza, non solo ricorda la figlia, ma chiede anche che vengano apportate modifiche significative nel sistema di soccorso, affinché simili tragedie non si ripetano in futuro. La sua voce si unisce a quella di molti altri che richiedono maggiore attenzione e responsabilità da parte delle istituzioni competenti, affinché ogni chiamata di aiuto venga trattata con la massima urgenza e rispetto.