Il Tar di Trento ha recentemente rigettato i ricorsi presentati da varie associazioni animaliste in merito all’abbattimento dell’orsa KJ1, un episodio che ha generato vivaci polemiche. Le associazioni avevano richiesto un risarcimento di 1,1 milioni di euro a seguito della controversa decisione di abbattere l’animale, che al momento della sua morte aveva due cuccioli ed era riconosciuta come la femmina più anziana della popolazione orso in Trentino.
Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha accolto con favore la sentenza, dichiarando che essa chiarisce che “la vita di un uomo vale più di quella di un animale”. Queste parole richiamano le sue affermazioni fatte nel luglio del 2024, quando aveva manifestato il suo disappunto per la sospensione del primo decreto di abbattimento da parte del Tar.
La sentenza del Tar di Trento: risarcimento negato
In due sentenze separate, il Tribunale, presieduto da Alessandra Farina, ha stabilito che la legittimità del provvedimento escludeva il presupposto dell’ingiustizia del danno lamentato dalle associazioni ricorrenti. I giudici hanno riconosciuto la validità dell’istruttoria condotta dalla Provincia e hanno confermato che l’abbattimento dell’orsa KJ1 era in linea con le indicazioni fornite dall’Ispra e dal Pacobace, il documento fondamentale per la gestione degli orsi nelle Alpi centro-orientali.
La sentenza ha menzionato anche l’articolo 9 della Costituzione, modificato tre anni fa, che include tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente e degli animali. Tuttavia, i giudici hanno sottolineato che, in caso di conflitto tra la vita di un essere umano e quella di un animale, la legge stabilisce una priorità per la protezione dell’essere umano. Secondo il Tar, non esiste una tutela rafforzata per gli animali quando le loro esigenze si scontrano con la sicurezza pubblica.
Inoltre, il Tribunale ha esaminato il concetto di benessere animale, affermando che la reclusione non è necessariamente preferibile all’abbattimento. I giudici hanno sostenuto che l’idea che la cattività permanente dell’orso sia sempre la soluzione migliore non è convincente, in quanto contrasta con le norme che richiedono di considerare il benessere degli animali per evitare sofferenze ingiustificate.
Di conseguenza, il Tribunale ha stabilito che la Provincia ha correttamente valutato le alternative all’abbattimento, eseguito in tempi rapidi per ridurre i rischi per la sicurezza pubblica derivanti dalla presenza di un esemplare classificato come pericoloso. Le richieste di risarcimento avanzate dalle associazioni, tra cui Lav, Enpa e Lndc Animal Protection, sono state quindi respinte.
Fugatti ha espresso la sua soddisfazione per la decisione, sottolineando che il Tar non solo ha negato il risarcimento, ma ha anche ribadito che “la vita di un uomo vale più di quella di un animale”. Ha evidenziato che la priorità deve essere garantire la sicurezza delle persone, affermando che non era possibile risolvere la situazione né chiudendo le aree abitate dall’orso né catturandolo per una eventuale reclusione.
Il caso dell’orsa KJ1 e dei suoi cuccioli
Il caso dell’orsa KJ1 è iniziato il 16 luglio 2024, quando un turista francese è stato ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento con gravi ferite agli arti. L’uomo ha riferito di essere stato aggredito da un orso mentre si trovava su un sentiero nel Comune di Dro, situato nella Valle dei Laghi. L’orso, successivamente identificato come la femmina KJ1, era accompagnato dai suoi tre cuccioli.
Gli orsi tendono a evitare il contatto con gli esseri umani, ma le madri con i piccoli possono reagire in modo aggressivo se percepiscono una minaccia. Questo comportamento può sfociare in attacchi mortali, come nel caso di Andrea Papi, un giovane di Caldes, o in attacchi non letali volti a intimidire l’intruso.
Secondo le informazioni fornite dalla Provincia, l’incidente con il turista francese non è stato un caso isolato: KJ1 aveva già avuto sette interazioni con l’uomo nel corso della sua vita, rendendola l’orsa più anziana del Trentino. Considerata pericolosa, Fugatti ha firmato una serie di ordinanze di abbattimento, ma le associazioni animaliste hanno contestato tali decisioni attraverso ricorsi legali.
Dopo aver dotato l’orsa di un radiocollare per monitorarne i movimenti, il 30 luglio 2024, KJ1 è stata abbattuta dal corpo forestale, seguendo un nuovo decreto che ha suscitato un ampio dibattito pubblico.