Arsenale Bioyards raccoglie 10 milioni per trasformare il bio-manufacturing in Italia

Arsenale Bioyards ottiene 10 milioni di euro per innovare il bio-manufacturing in Italia, puntando a ridurre i costi e attrarre talenti nel settore biotecnologico.
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Arsenale Bioyards ottiene 10 milioni di euro per rivoluzionare il bio-manufacturing in Italia nel 2025

Investimento strategico per arsenale bioyards

Arsenale Bioyards ha recentemente completato un round di investimento seed da 10 milioni di euro, un passo cruciale per la trasformazione del bio-manufacturing in Italia. Questo finanziamento ha visto la partecipazione di Cdp Venture Capital e investitori internazionali come Planet A, byFounders e Plug and Play, con l’obiettivo di supportare l’innovazione in un settore dal valore di 200 miliardi di dollari, secondo i dati di BCG. Con sede legale a Milano e impianti operativi a Pordenone e negli Stati Uniti, Arsenale Bioyards intende tracciare una nuova rotta industriale per il Paese.

Obiettivi ambiziosi per la biotecnologia

Il CEO e co-fondatore Massimo Portincaso ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è contribuire alla rinascita industriale dell’Italia, costruendo l’infrastruttura necessaria per posizionare il nostro Paese come leader europeo nella biotecnologia industriale avanzata”. L’azienda ha sviluppato una piattaforma innovativa che colma il divario tra la ricerca di laboratorio e la produzione industriale, permettendo ai settori alimentare, chimico e dei materiali di creare alternative biologiche ai prodotti petrolchimici e di origine animale.

Piattaforma innovativa e sostenibilità

La piattaforma di Arsenale combina hardware avanzati e software di Intelligenza Artificiale, creando un’infrastruttura modulare per facilitare la transizione verso modelli di produzione rigenerativi e circolari. Grazie alla fermentazione di precisione, l’azienda si distacca dagli input tradizionali di origine fossile e animale, consentendo alle industrie di adottare soluzioni più sostenibili su larga scala. Portincaso ha evidenziato che il finanziamento ricevuto, insieme ai successi dell’impianto di Pordenone, dimostra che un bio-manufacturing scalabile e sostenibile è ora una realtà concreta.

Riduzione dei costi e attrazione di talenti

Un elemento distintivo dell’approccio di Arsenale è la volontà di abbattere drasticamente i costi di produzione. “Vogliamo ridurre i costi del bio-manufacturing di un ordine di grandezza, partendo da condizioni industriali per portarle in laboratorio”, ha spiegato Portincaso. Questa strategia mira a rendere il processo di sperimentazione in laboratorio e produzione industriale economicamente sostenibile, con una riduzione dei costi fino al 90% e un’accelerazione significativa nell’adozione di prodotti sostenibili.

Arsenale Bioyards si distingue anche per la sua capacità di attrarre talenti sia locali che internazionali, portando esperti dalla Silicon Valley e facilitando il rientro di professionisti italiani dall’estero. Questa strategia non solo promuove lo sviluppo di competenze di alto livello, ma posiziona l’Italia come un hub per le tecnologie del futuro e l’innovazione industriale, basandosi su decenni di eccellenza manifatturiera.

Allineamento con le iniziative europee

Le attività di Arsenale sono in linea con gli obiettivi dell’iniziativa NextGenerationEU dell’Unione Europea, che mira a promuovere la sostenibilità e la trasformazione digitale. L’investimento di Cdp Venture Capital è stato effettuato attraverso il Fondo Green Transition, utilizzando risorse stanziate dall’UE per sostenere l’innovazione sostenibile e il rinnovamento industriale in Italia. Cristina Tomassini, senior partner responsabile del Fondo, ha commentato che la soluzione proposta da Arsenale rappresenta un esempio di come la manifattura e l’Intelligenza Artificiale possano rivoluzionare diversi settori industriali, contribuendo a processi produttivi più sostenibili e riducendo costi ed emissioni di CO2.

Infrastruttura e team di esperti

Arsenale gestisce un sito pilota a Pordenone, dotato di bioreattori avanzati, tra cui due unità da 500 litri e una serie di reattori di fermentazione di precisione. Questa infrastruttura operativa è fondamentale per la capacità dell’azienda di scalare dalla ricerca di laboratorio alla produzione industriale, rispondendo così alla crescente domanda di soluzioni di biofabbricazione sostenibili. Il team di fondatori di Arsenale vanta una vasta esperienza in ingegneria, biotecnologia e tecnologie industriali scalabili, con Portincaso che ha alle spalle una carriera di successo come partner e managing director di BCG.

Il team include anche Gordana Djordjevic, chief scientific officer con oltre 25 anni di esperienza in aziende come Perfect Day e BASF, e Niels Lynge Agerbæk, ex vicepresidente di Zymergen, che guida l’implementazione tecnica in qualità di CTO. Il chief information officer Matteo Zanotto, con un dottorato in IA e deep learning, è responsabile dell’innovazione software, mentre il COO Arnaud Legris assicura un’esecuzione operativa efficace.

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