22enne di Jesi sfugge a marito violento: avviato il codice rosso e ordinanza di allontanamento - Socialmedialife.it
Una ragazza di 22 anni, originaria di Jesi, ha trovato il coraggio di denunciare due anni di maltrattamenti fisici e psicologici da parte del compagno, un cittadino tunisino di 24 anni. L’episodio è avvenuto presso il Pronto Soccorso di Jesi, dove la giovane si era recata con la scusa di una presunta gravidanza per sfuggire alla violenza domestica. Grazie al pronto intervento degli operatori sanitari, è stata attivata la rete di protezione del codice rosso, una misura di emergenza per la tutela delle vittime di violenze.
La giovane ha raccontato ai medici che l’unico motivo che l’aveva spinta a uscire di casa era una visita per accertare il suo stato di salute, inscenando una motivazione innocua per liberarsi dalla sorveglianza del compagno. L’uomo, avidamente geloso, l’aveva accompagnata agli uffici dell’Azienda Sanitaria, dove lei ha approfittato di un attimo di solitudine per confidare ai sanitari le terribili esperienze che aveva vissuto.
Una volta in pronto soccorso, il personale ha immediatamente allertato le autorità competenti, attivando il protocollo per le vittime di violenza domestica. La giovane ha dettagliato le aggressioni subite nel corso degli ultimi due anni, dove il compagno l’ha non solo maltrattata fisicamente, ma l’ha anche sottoposta a continui attacchi psicologici. Dopo aver raccolto le dichiarazioni della vittima, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per fare chiarezza sulla situazione.
In seguito alle indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria del Commissariato di Jesi, è stata emessa un’ordinanza dal Gip di Ancona che prevede l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare e un divieto di avvicinamento alla vittima. Nonostante le misure adottate, l’uomo non ha acconsentito all’applicazione di un braccialetto elettronico come ulteriore provvedimento di protezione, portando le autorità ad applicare una restrizione di divieto di dimora in qualsiasi comune della provincia di Ancona.
Queste misure evidenziano la serietà della situazione e la necessità di proteggere la giovane da un potenziale riavvicinamento dell’aggressore, creando allo stesso tempo un ambiente più sicuro per la vittima, che ora può contare su una rete di supporto istituzionale.
Le modalità di comportamento dell’aggressore evidenziano le dinamiche tipiche della violenza domestica, dove la persona maltrattata vive in uno stato di sottomissione e paura. Secondo quanto emerso durante le indagini, il compagno della vittima agiva per motivi di gelosia, sottoponendola a insulti, maltrattamenti e aggressioni fisiche. Gli episodi di violenza si sono verificati anche in contesti quotidiani, come in una recente permanenza in un bed and breakfast, dove la donna è stata aggredita senza pietà anche con un coltello per futili motivi.
Questi comportamenti sottolineano come la violenza non si limiti a una singola aggressione, ma possa strutturarsi in un ciclo continuo di maltrattamenti, amplificando il trauma per la vittima. La diffidenza e la paura sono sentimenti che si insinuano nella vita quotidiana di chi subisce questo tipo di violenza, rendendo difficile la ricerca di aiuto e supporto.
La giovane ha creduto nella possibilità di una vita serena e ha accettato di sposare l’aggressore, sperando in una stabilità di situazione, come un permesso di soggiorno duraturo. Un’illusione che ora si è trasformata in un’abitudine di sottomissione, culminata nella decisione di rompere il silenzio e chiedere aiuto.
L’attivazione del codice rosso rappresenta quindi una decisiva possibilità di cambiamento per lei, garantendo non solo sanzioni per l’aggressore, ma soprattutto una seconda chance per ricostruire una vita serena e senza violenza.